SIRIA-TURCHIA: MOLTO PIU' DI UN SEMPLICE SCONTRO

Intervista a Giovanni Fasanella - 3 luglio 2012
C’è una situazione di estrema fragilità in tutta l’area Mediterranea che rischia di aggravarsi ulteriormente a causa di quello che sta accadendo in Medio Oriente. Dietro alla Turchia c'è la Nato, c'è l'America. Ma dietro la Siria ci sono Russia e Cina.


Giovanni Fasanella è fra i massimi esperti di questioni mediorientali. Di recente ha scritto per Chiarelettere il libro "Il golpe inglese". Oggi gli abbiamo chiesto cosa ne
pensa di quanto sta accadendo in Siria e di cosa rimane della primavera araba. 

La primavera araba prosegue. Cosa succede?

Intanto non so se si possa parlare ancora di primavera araba perché la situazione in Libia è sempre più indecifrabile, il paese è a pezzi e si è in una situazione al limite della guerra civile. In Egitto, c'è una situazione diversa da quella libica, ma anche lì c'è molta incertezza e comunque il fatto che a prevalere sia stata una forza politica che si ispira chiaramente a un pensiero religioso, non è rassicurante. Direi, insomma, che c'è una situazione di estrema fragilità in tutta l'area Mediterranea che rischia di aggravarsi ulteriormente a causa di quello che sta accadendo in Medio Oriente. Lo scontro interno in Siria (sempre più sanguinoso) e i suoi riflessi nei rapporti tra la Siria e i paesi vicini, in particolare la Turchia. E' una situazione delicata, nonostante le scuse offerte dal Presidente siriano al governo turco per l'abbattimento di un aereo. E il fatto che la Turchia abbia chiesto la convocazione di una riunione Nato per affrontare la situazione la dice lunga sui rischi di un'escalation in quell'area. C'è il rischio di una guerra, non dimentichiamolo. E una guerra in quel punto estremamente sensibile avrebbe effetti devastanti e destabilizzanti non solo nel Medio Oriente ma in tutta la zona mediterranea e nella stessa Asia. Lo scontro tra Siria e Turchia è uno scontro ancora una volta tra, da una parte, Nato, Europa e Stati Uniti (a fianco della Turchia) e dall'altra Russia e Cina (a fianco della Siria). Per cui, se si tocca quel punto, le conseguenze che ne potrebbero derivare, potrebbero essere davvero drammatiche! 

Un anno fa dicevi che avrebbero ammazzato Gheddafi. Perché ne eri così sicuro?Perché quello che è accaduto in Libia l'anno scorso è stato l'atto finale di una guerra che durava almeno dal 1969, cioè dal giorno in cui Gheddafi era andato al potere. C'erano stati diversi tentativi di eliminarlo fisicamente, falliti a causa - o grazie, dipende dai punti di vista - dell'appoggio che l'Italia garantiva a Gheddafi che era una sorta di figlioccio, visto che gli italiani lo avevano aiutato a conquistare il potere. C'era stato un tentativo di deporlo e di ammazzarlo già nel 1971, poi diversi altri tentativi, poi Ustica. Quindi, per chi seguiva tutta la vicenda dei conflitti innescati dalla Libia all'interno della stessa Europa occidentale, non era difficile prevedere che prima o poi sarebbe stato quello l'esito finale di quella guerra silenziosa. Ed è successo quando Gheddafi ha perso uno dei suoi protettori principali: l'Italia, la cui presenza nel Mediterraneo si è indebolita. Abbiamo perso ruolo a causa di una classe dirigente che non è stata, per un ventennio, all'altezza della situazione. Il Paese ha perso via via le posizioni di prestigio e di influenza che aveva conquistato dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Dopo la Libia toccherà alla Siria?Non credo sia così semplice, per le ragioni che dicevo prima. Gheddafi non aveva più protettori, la Siria è un altro discorso. Dietro la Siria ci sono la Cina e c'è la Russia di Putin che è in grande crescita.


Fonte: http://www.cadoinpiedi.it

Nessun commento: