La causa primaria del Cancro

Otto Heinrich Warburg
Pochissime persone in tutto il mondo lo sanno, perché questo fatto è nascosto dall’industria farmaceutica e alimentare. Nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria di cancro. Proprio così. Ha trovato la causa primaria del cancro e ha vinto il Premio Nobel. Otto ha scoperto che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-fisiologico. Perché? Poiché sia con uno stile anti-fisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l’inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido. (Nel caso di inattività, per una cattiva ossigenazione delle cellule.) L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido. Egli ha detto: “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia:. Se una persona ha uno, ha anche l’altro” Cioè, se una persona ha eccesso di acidità, quindi automaticamente avrà mancanza di ossigeno nel suo sistema. Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo. Egli ha anche detto: “Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno.” Cioè, un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno. Egli ha dichiarato: “privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore e’ possibile convertirla in un cancro” “Tutte le cellule normali, hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza ossigeno”. (Una regola senza eccezioni.) “I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.”” Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori,” Otto ha mostrato che tutte

IL PRESIDENZIALISMO? PER L'ITALIA SI CONFIGURA UNO SCENARIO SUDAMERICANO

"Gli esponenti politici parlano di cose che evidentemente non conoscono. Bisogna capire quale sistema si vuole praticare, con quali contrappesi e garanzie. La nostra cultura politica lo dimostra: per l'Italia è molto alto il rischio che venga fuori un modello autoritario"

Aldo Giannuli
La politica ha deciso: la priorità per l'Italia è il Presidenzialismo. Lo vuole fortemente Berlusconi, che oggi ha sollecitato il governo, sostenendo che "la guerra civile è finita". Anche il premier Letta ha subito assecondato il richiamo del Capo dello Stato, nominando una commissione di 35 saggi che supporteranno il governo nella definizione delle riforme costituzionali.
Ma qual è la ratio con cui si persegue l'obiettivo del presidenzialismo? Quali sono i modelli esistenti di questa forma di governo e quanto questa è davvero dffusa in Europa? Infine, in mancanza di una definizione bilanciata dei necessari contrappesi, quali scenari si configurerebbero per l'Italia? Abbiamo approfondito le questioni col supporto di Aldo Giannuli, docente di Storia contemporanea all'Università Statale di Milano.

"Intanto, di presidenzialismo si parla a sproposito, come se l'unico elemento a determinare un regime parlamentare fosse l'elezione diretta del Capo dello Stato. In realtà, i fattori che definiscono la Costituzione come presidenziale o meno sono diversi, non è soltanto chi elegge il Presidente: il problema sono i poteri che ha il Presidente, l'architettura complessiva del sistema, i contrappesi, i controlli e le garanzie.
Esistono molti regimi presidenziali molto diversi tra di loro, esiste il presidenzialismo francese, dove il governo può essere di colore diverso dal Presidente della Repubblica eletto dal popolo. Esistono sistemi come quello Irlandese o quello austriaco, dove il Presidente, pure eletto dal popolo, ha poteri limitati o

Processo Cucchi: agenti assolti, pene sospese per i medici. Rivolta in aula

Sei le condanne su 12 imputati per la morte del giovane arrestato e morto in custodia nel 2009. Due anni ai camici bianchi per omicidio colposo e, in un caso, otto mesi per falso ideologico. Grida alla lettura della sentenza: "Vergogna, assassini". La sorella in lacrime: "Giustizia ingiusta". Giovanardi: "Giustizia dopo linciaggio mediatico". Il legale degli agenti: "La stampa segua il processo, non Ilaria Cucchi"

Stefano Cucchi
Sei medici condannati a due anni di reclusione per omicidio colposo e, in un caso, falso ideologico; sei assolti tra infermieri e guardie penitenziarie, ma pene sospese per tutti. E’ la sentenza di primo grado del processo per la morte di Stefano Cucchi, il giovane arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo al Reparto di medicina protetta dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. La lettura del dipositivo, nell’aula bunker del carcere di Rebibbia dov’era riunita la III Corte d’Assise del tribunale della capitale, è stata accompagnato dalle grida del pubblico, che hanno urlato “vergogna” e “assassini” all’indirizzo degli imputati.

Noam Chomsky, “ecco 10 modi per capire tutte le menzogne che ci dicono”

Noam Chomsky, padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieci regole come sia possibile mistificare la realtà.

Noam Chomsky

La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi.

1) La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca (Bruno Vespa é un maestro).

2) Il principio del problema-soluzione-problema: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di epidemie, come la