Il re del pop fu ucciso da una dose letale di anestetico somministratagli
dal suo dottore. Lo ha stabilito la giuria nel processo sulla morte del
cantante. Il verdetto parla di omicidio involontario. Il medico rischia fino a
4 anni di carcere.
Fonte: www.repubblica.it
NEW YORK - Sì, Michael Jackson è stato ucciso dal suo medico. Un
altro dottore avrebbe potuto salvarlo. E invece di piangere al suo funerale, a
Los Angeles, il mondo intero avrebbe potuto applaudirlo nel superconcerto
dell'attesissimo ritorno a Londra, due anni fa. Conrad Murray, il dottore,
resta senza parole: neppure una battuta con il suo avvocato. Gli saltano quasi
addosso per ammanettarlo dietro la schiena e rispedirlo in prigione: senza
concedergli neanche la cauzione. Pericolo
di fuga.
"Voglio che la gente lo dica:
non ho mai visto niente di simile. Voglio che la gente dica: è il più grande
entertnaier del mondo". Così il re del pop parlò al suo dottore,
affidandogli la sua vita, pregandolo di rimetterlo in pista per il suo grande
ritorno, mentre quello registrava, per i posteri, la sua voce sull'iPhone. Il
re del pop è morto
ucciso dal propofol. Ma non è stato un incidente. Sì, è omicidio colposo e quindi non è volontario. Ma la negligenza è "criminale" e il medico venuto dai Caraibi, l'uomo che prima di conoscere Jackson era inseguito da una causa da 400 milioni di dollari per il fallimento della sua lussuosissima clinica di Las Vegas, rischia adesso 4 anni di carcere.
ucciso dal propofol. Ma non è stato un incidente. Sì, è omicidio colposo e quindi non è volontario. Ma la negligenza è "criminale" e il medico venuto dai Caraibi, l'uomo che prima di conoscere Jackson era inseguito da una causa da 400 milioni di dollari per il fallimento della sua lussuosissima clinica di Las Vegas, rischia adesso 4 anni di carcere.
Ci sono voluti due anni di
inchiesta, 22 giorni di processo e 10 ore di deliberazione - tutto venerdì e
ieri mattina - per arrivare a una verità. Ma il verdetto di colpevolezza aveva
preso forma già la settimana scorsa,
quando il medico aveva rifiutato di prendere la parola per difendersi
direttamente. Murray ha preferito restare zitto. "Che cosa ha deciso?"
ha chiesto il giudice Michel Pastor. Il dottore si è fermato, ha rivolto lo
sguardo prima al suo difensore Ed Chernoff e poi agli altri due avvocati della
difesa. Infine ha parlato: per dire che non lo avrebbe fatto. "La mia
decisione è di non testimoniare...". "E' una decisione che prende di
sua volontà?". "Sì", ha risposto quasi abbassando lo sguardo.
Come avrebbe potuto difendersi
ancora? La sua voce, in aula, del resto era già risuonata: in quel nastro
sfoderato dall'accusa. La deposizione di due ore alla polizia mai resa pubblica
fino ad allora. La "confessione". Ho cercato per ore di fare
addormentare Jackson, aveva rivelato il dottore, elencando quei farmaci
maledetti che avrebbero prodotto col "latte" agognato dalla popstar
la miscela che l'avrebbe ucciso. Un calvario cominciato alle due del mattino
con le iniezioni endovena di lorazepam, e poi ancora di midazolam. Ma alle 10
del mattino Jacko aveva cominciato a chiedergli il suo "latte".
"Diceva: fammi dormire, non mi importa di quello che accade. Gli dissi: ma
le prove? E lui: non mi importa a che ora mi sveglio. Non posso farcela se non
dormo". Non si svegliò più quella mattina del 25 giugno 2009: e oggi la
giuria ha deciso perché.
Ed Chernoff ha tentato fino
all'ultimo di salvare il dottore. "Perché un crimine possa essere provato,
l'accusa deve essere capace di dimostrare che il dottor Murray ha davvero
ucciso Michael Jackson: e invece vogliono incolpare il dottor Murray per le
azioni compiute da Michael Jackson". La difesa ha tentato di giocare la
carta della moderazione: "Non abbiamo mai sostenuto che il dottore non
abbia fatto degli errori", ma quegli errori non erano appunto un crimine.
"Se volete condannare Dr Murray, non fatelo pensando a Michael Jackson.
Questo non è un reality show. Questa è la realtà". Ma che cosa poteva fare
l'avvocato contro quel procuratore che a ogni piè sospinto tirava fuori le foto
dei figli di Jacko? "La prova in questo caso è evidente: il dottor Murray
ha agito con negligenza crimininale, il dottor Murray ha causato la morte di
Michael Jackson, il dottor Murray ha lasciato Prince, Paris e Blanket senza un
padre".
Non c'erano neppure alla lettura
della sentenza, i piccoli Jackson. Dicono che sia stata la nonna, Katherine,
adesso in aula col marito Joe e i figli Germania e LaToya, a volere risparmiare
agli eredi di "Michael Joseph Jackson", come dice il giudice che
legge la sentenza, almeno quest'ultimo show.
Fonte: www.republica.it
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