I nuovi sottosegretari di Monti sono 28. Grilli all’Economia, Patroni
Griffi ministro.
Il direttore generale del Tesoro diventa viceministro. Il consigliere di
Stato guiderà invece la Funzione pubblica. Il Procuratore di Roma Giovanni
Ferrara va all'Interno. Alla Giustizia il consigliere di Alfano, Salvatore
Mazzamuto. Malinconico (ex Fieg) all'editoria. D'Andrea è l'unico politico,
polemica del Pdl. Alle Infrastrutture il manager del gruppo Intesa Mario
Ciaccia. Ora si parla di una manovra da 20-25 miliardi.
Filippo Patroni Griffi, magistrato napoletano e
consigliere di Stato, è stato nominato ministro della Funzione pubblica, con
delega anche alla Semplificazione normativa. E’ il primo nome reso noto dopo il
consiglio dei ministri che ha deciso anche i nuovi viceministri e
sottosegretari del governo presieduto da Mario
Monti, che sono 26 (più tre viceministri) contro i 40 dell’esecutivo
precedente. In totale il nuovo governo conta 47 membri, contro i 60 di quello
guidato da Silvio Berlusconi. Il
direttore generale del Tesoro Vittorio
Grilli, dato per favorito alla vigilia, è viceministro dell’Economia.
Grilli rinuncerà al 70% dell’attuale
stipendio da dirigente ministeriale. Sarà infatti in aspettativa e
percepirà solo la retribuzione da viceministro. Al suo fianco i sottosegretari Vieri Ceriani, già a capo dei servizi
fiscali di Bankitalia, e l’economista Gianfranco
Polillo.
Il procuratore della Repubblica di
Roma Giovanni Ferrara diventa
sottosegretario all’Interno, insieme a Carlo
De Stefano (prefetto esperto di antiterrorismo) e Saverio Ruperto. Ma gran parte dei nomi del nuovo esecutivo,
strettamente tecnico anche nei
vice, sono poco noti fuori dai rispettivi ambienti professionali. Alla Giustizia, altro dicastero delicato nelle trattative dei giorni scorsi, approdano due docenti dell’Università Roma tre. Uno è Salvatore Mazzamuto, ex Pci e Rinnovamento Italiano, poi consigliere giuridico di Angelino Alfano, per il quale ha contribuito a scrivere la bozza di riforma del Csm. L’altro è Andrea Zoppini, consigliere giuridico della Presidenza del consiglio dai tempi del secondo governo Prodi, con Enrico Letta. Giampaolo D’Andrea, l’unico politico tra tanti tecnici, già parlamentare della Margherita e poi membro del Pd, e Antonio Malaschini, già segretario generale del Senato, sono stati nominati sottosegretari ai rapporti con il Parlamento. Carlo Malinconico è stato nominato sottosegretario all’Editoria, dopo essere stato presidente degli editori italiani (il suo nome compare nelle intercettazioni della “cricca”). Paolo Peluffo, in servizio alla Corte dei conti, è invece sottosegretario alla Comunicazione e all’informazione. Mario Ciaccia, amministratore delegato di Biis, controllata da Intesa, è stato nominato viceministro dello Sviluppo Economico con delega alle Infrastrutture. Lavorerà quindi con l’ex ad dello stesso gruppo, Corrado Passera. Dove si insedia anche, come sottosegretario, Guido Improta.
vice, sono poco noti fuori dai rispettivi ambienti professionali. Alla Giustizia, altro dicastero delicato nelle trattative dei giorni scorsi, approdano due docenti dell’Università Roma tre. Uno è Salvatore Mazzamuto, ex Pci e Rinnovamento Italiano, poi consigliere giuridico di Angelino Alfano, per il quale ha contribuito a scrivere la bozza di riforma del Csm. L’altro è Andrea Zoppini, consigliere giuridico della Presidenza del consiglio dai tempi del secondo governo Prodi, con Enrico Letta. Giampaolo D’Andrea, l’unico politico tra tanti tecnici, già parlamentare della Margherita e poi membro del Pd, e Antonio Malaschini, già segretario generale del Senato, sono stati nominati sottosegretari ai rapporti con il Parlamento. Carlo Malinconico è stato nominato sottosegretario all’Editoria, dopo essere stato presidente degli editori italiani (il suo nome compare nelle intercettazioni della “cricca”). Paolo Peluffo, in servizio alla Corte dei conti, è invece sottosegretario alla Comunicazione e all’informazione. Mario Ciaccia, amministratore delegato di Biis, controllata da Intesa, è stato nominato viceministro dello Sviluppo Economico con delega alle Infrastrutture. Lavorerà quindi con l’ex ad dello stesso gruppo, Corrado Passera. Dove si insedia anche, come sottosegretario, Guido Improta.
Agli Esteri vanno invece Marta Dassù, di Aspen Institute e già
consigliere di Massimo D’Alema, e Staffan De Mistura, diplomatico
italo-svedese con un passato all’Onu. Alla Difesa, i sottosegretari Filippo Milone e Gianluigi Magri. Adelfio
Elio Cardinali, medico radiologo all’università di Palermo è stato nominato
sottosegretario alla Salute. Al Lavoro va come viceministro il giovane
giuslavorista Michel Martone, figlio
del magistrato Antonio (il cui nome
è comparso nell’inchiesta P3), con l’economista della Voce.info Cecilia Guerra sottosegretario. Per
l’Istruzione, i nomi sono quelli di Elena
Ugolini e Marco Rossi Doria (il
“maestro di strada” napoletano), entrambi sottosegretari. Roberto Cecchi è stato nominato sottosegretario ai Beni culturali,
dove già ricopriva la carica di Direttore generale per i Beni Storico,
Artistici ed Etno-antropologici. Francesco
Braga diventa sottosegretario all’Agricoltura, mentre all’ambiente va Tullio Fanelli.
La nomina del politico Giampaolo
D’Andrea scatena la prima polemica, per bocca del capogruppo del Pdl in Senato Maurizio Gasparri: ”L’ostinazione con
cui lui stesso o chi per lui ha voluto l’inserimento nel Governo dell’onorevole
D’Andrea non giova alla reputazione dell’esecutivo. Avevamo chiesto che non ci
fossero esponenti di diretta emanazione politica e D’Andrea lo è”. Da lui e dal
governo, aggiunge Gasparri, ”ci
attendiamo un gesto di coerenza, proprio per semplificare i rapporti con il
Parlamento”. Ma Ignazio La Russa
invita a lasciar correre per un nome soltanto “uscito dal cesto”. Quanto alla
Lega, La Padania saluta il nuovo esecutivo al completo con il titolo “Il
governo dei lentocrati”. Positivo invece il commento del leader del Pd Pier Luigi Bersani: “Molti di loro sono
personalità di grande profilo ed esperienza, abbiamo nell’insieme un governo in
grado di lavorare e lavorare bene”.
I viceministri e i sottosegretari
nominati questa sera dal consiglio dei Ministri giurano martedì mattina alle
10. Il Cdm che li ha nominati, annunciato per le 19, è slittato alle 20.25 e si
è concluso dopo appena venti minuti. Dopo il lavoro di lima sulle nomine, il
presidente del Consiglio ha chiamato uno a uno i componenti del suo governo per
spiegare le sue scelte e sottolineare l’esigenza di mantenere snella la squadra
e di non poter accontentare tutte le richieste. Poi avrebbe esortato tutti a
superare le difficoltà per portare il Paese fuori dalla crisi. Le misure
arriveranno sul tavolo del Consiglio dei ministri il 5 dicembre e si fa sempre
più concreta la possibilità che la manovra sia corposa, intorno ai 20-25
miliardi.
Fonte: www.ilfattoquoridiano.it
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