Vecchio articolo per capire chi è Mario Draghi.............
di: Francesco Maringiò - www.resistenze.org
di: Francesco Maringiò - www.resistenze.org
Con un consenso
"bipartisan", è stato nominato il nuovo presidente di Bankitalia,
Mario Draghi. Ma chi è costui?
Di per certo un uomo che riceverà
un lauto stipendio (un milione di euro l'anno, pari a oltre 160 milioni, al
mese, delle vecchie lire) per presiedere il vertice di Palazzo Koch di Via
Nazionale, una delle poltrone più potenti e prestigiose dello scenario
italiano.
Direttore generale del Tesoro per
oltre dieci anni, è stato fino ad oggi vice presidente di Goldman Sachs. Già
questo la dice lunga su molte cose.
Quando nel 2001 il ministro
Tremonti lo sostituisce da direttore generale del ministero del Tesoro con
Domenico Siniscalco, Draghi torna per un breve periodo ad insegnare negli Stati
Uniti, per entrare poi, già nel 2002, in
Goldman Sachs a Londra di cui ben presto diviene vicepresidente per l'Europa.
La Goldman Sachs è la banca
d'affari più potente al mondo e comunemente definita, insieme a: Rothschild,
Warburg, Barings ed altre, una delle fazioni vicine agli "imperi
anglo-ebraici" e quindi fuori dal controllo dell'altro "potentato
economico-religioso" che è l'Opera (Opus Dei) a cui invece apparteneva il
religiosissimo Antonio Fazio a lungo tempo difeso, non a caso, dalle gerarchie
ecclesiastiche (oggi ad egemonia Opus Dei, il cui capo è proprio
Benedetto
XVI).
Del resto la rosa dei nomi dei
possibili successori di Fazio che sin dal primo momento è circolata non
prevedeva una riconferma per un seguace dell'Opera, consumando così un forte
scontro al vertice tra gerarchie cattoliche e le lobbies ebraiche.
Già in passato la figura di
Draghi è stata alla ribalta delle cronache, soprattutto quando prese parte, il
2 giugno 1992, all'incontro segreto a bordo del Britannia, il panfilo reale
della regina Elisabetta II d’Inghilterra, al largo di Civitavecchia. A bordo vi
erano esponenti del mondo bancario (con rappresentanti delle banche Barings,
Warburg, Barclays, ecc) e finanziario (oltre a Draghi, George Soros ad altri).
Alla presenza della stessa regina Elisabetta che si era occupata dei saluti ufficiali,
si era a lungo discusso della necessità di una completa privatizzazione delle
partecipazioni statali e dell’industria di Stato a prezzi stracciati a seguito
di una svalutazione della lira.
Entrambi gli avvenimenti si
verificarono presto: nel settembre 1992, durante il governo di Lamberto Dini,
l'allora governatore della Banca d'Italia (Ciampi) ritardò una speculazione
della sterlina (opera del multimiliardario ungaro-statunitense George Soros) contro la lira, causandone così una brusca ed immediata svalutazione del 30%.
Nel tentativo di arginare il tracollo economico e finanziario del Paese, i
governi attuarono pesantissime finanziarie e si prosciugarono le riserve in
valuta estera della Banca d’Italia: ben 48 miliardi di dollari (quasi 100 mila
miliardi di vecchie lire).
Così come previsto dall'incontro
sul Britannia ci fu ben presto una svalutazione della lira e così le
privatizzazioni selvagge non tardarono ad arrivare.
Nei successivi dieci anni si sono
succeduti diversi ministri del Tesoro e diversi governi (Andreotti, Amato,
Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D'Alema, ancora Amato e ancora Berlusconi), ma
Draghi resta sempre al suo posto prendendo le redini dell'industria e della
finanza a partecipazione pubblica in via di privatizzazione e gestendo tale
processo.
Sono gli anni delle grandi
privatizzazioni, dall'Eni a Telecom da Imi (Draghi dal '91 al '96 sarà nel Cda
Imi e dal '93 ne presiederà il Comitato per le Privatizzazioni) a Comit e Bnl e
che cambiarono profondamente il profilo economico e finanziario del Paese.
Ma non è solo la sua filiazione
alla Goldman Sachs a destare perplessità. La sua figura è fortemente legata ad
altre istituzioni quali la Banca Mondiale ed il gruppo Bilderberg.
La sua nomina è comunque
arrivata, in modo tempestivo dopo le dimissioni di Antonio Fazio, con un plauso
quasi unanime tra governo e principali partiti d'opposizione. La qualcosa non
deve stupire: i principali ministri che hanno varato, assieme a Draghi, la
lunga stagione delle privatizzazioni sono stati proprio Ciampi, Giuliano Amato
e Vincenzo Visco.
A dieci anni i risultati di
quella intensa stagione di privatizzazioni e svendita del patrimonio produttivo
industriale a partecipazione statale sono sotto gli occhi di tutti: povertà
diffusa, perdita di competitività, chiusura di interi stabilimenti e plessi
produttivi, che si sommano (e contemporaneamente causano) grandi disagi e
difficoltà economiche e sociali all'intero Paese.
C'è solo da augurarsi che un
probabile futuro governo di centro-sinistra e la promozione di Draghi da
direttore generale a presidente della Banca d'Italia, non continuino nel solco
già tracciato e tristemente sperimentato dei primi anni novanta.
Ma a ben guardare, le nuvole che
in questi giorni si addensano nel cielo delle finanza italiana, non lasciano
ben sperare.
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