Fonte:
www.ilfattoquotidiano.it
Anche
Mario Monti a Palazzo Madama per votare il provvedimento. Pdl ancora diviso, ma
si fa strada l'appoggio a un esecutivo "senza politici", che vede
favorevole anche il Pd. Che avverte l'Italia dei Valori: "Alleanza finita
se non lo sosterrete". Marcegaglia: l'ex rettore della Bocconi è "la
persona giusta. Tre mesi di campagna elettorale porterebbero alla rovina del
Paese".
Battesimo del fuoco a Palazzo Madama per il neo senatore a vita
Mario Monti, nella seduta in cui il Senato ha approvato la legge di Stabilità.
Il testo passerà sabato a Montecitorio e, secondo programma, dopo
l’approvazione del provvedimento Silvio Berlusconi salirà al Colle per rassegnare
le dimissioni. A quel punto Giorgio Napolitano, dopo delle consultazioni lampo,
incaricherà Monti di formare un nuovo esecutivo.
Questa
la road map, ma non sono da escludere i colpi di coda del Caimano. Ad esempio
ieri sera dopo una riunione con senatori Pdl, il Cavaliere ha spiazzato tutti
quelli che pensavano che il governo dell’ex commissario europeo fosse cosa
fatta. “Dini? Ne abbiamo parlato”, ha detto B. ai cronisti assiepati davanti a
Palazzo Madama. Insomma, il presidente del Consiglio sembra intenzionato fino
in fondo a esercitare quella “golden share” sul prossimo inquilino di Palazzo
Chigi, scelta che ritiene di diritto affidata al Pdl, e sembra intenzionato a
trasformare il famoso passo indietro (“per mettere il Paese dall’offensiva della
speculazione”) in un passo di lato.
“Non
dobbiamo farci condizionare o dettare le condizioni dagli altri ma pensare che
anche noi possiamo indicare un nostro candidato durante le consultazioni”,
avrebbe detto il Cavaliere. Insomma, sarà Dini il nome che il partito di
Berlusconi porterà al Quirinale. Oppure Gianni Letta, nomination che avrà il
compito di alzare la posta sul tavolo della trattativa della composizione del
prossimo esecutivo.
Del
resto i senatori del Pdl erano in massima parte propensi a bocciare l’idea del
voto anticipato (che per B. è “la scelta più limpida”) , arrivando anche ad
accarezzare l’idea lanciata da Gaetano Quagliariello di un appoggio esterno ad
un eventuale governo tecnico a guida Monti. Forse anche per questo Berlusconi
avrebbe avanzato l’ipotesi di un nuovo esecutivo di centrodestra “casomai con
un nuovo ministro dell’Economia” da presentare a Giorgio Napolitano. E man mano
che la riunione procedeva, quella che prima è nato come uno spunto di
riflessione si è poi trasformata in una vera e propria proposta “su cui
pensare”.
Sull’opzione
Monti, il “delfino di Silvio” Angelino Alfano, convocato in un altro vertice
notturno con Berlusconi, ha detto che la decisione finale sarà presa sabato.
Chi invece sembra aver già calato le proprie carte è la Lega che bolla
l’eventualità di affidare la guida del Paese all’ex rettore della Bocconi come
un “governo della banda bassotti”, annunciando che se sarà così il Carroccio
starà all’opposizione.
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