Italia, ancora non ci siamo. Torna l’incubo del “biscotto” per gli azzurri di Prandelli

Il gol su punizione di Pirlo
Il momento del Paese, di questa sgangherata Italia 2012 targata Monti e scossa da terremoti senza fine, è delicatissimo e, pur correndo il rischio di fare della demagogia, bisogna dire che gli italiani, calciomani da sempre, si sono aggrappati ancora una volta alla loro valvola di sfogo prediletta: la cara, vecchia Nazionale capace di riportare alla lieta dimensione dei bei sogni che non fanno male ad alcuno un popolo che, giorno dopo giorno, deve fare i conti con una realtà sempre più preoccupante sia a livello meramente economico che, più in generale, sociale e politico. Ma stavolta, dopo l’ottimo pareggio conseguito all’esordio contro gli iberici campioni del mondo, la magia non è riuscita. Con la Croazia è finita, ahinoi, 1 – 1. E adesso, con 2 punti in 2 partite, sono dolori. Italia in vantaggio al 39° con una prodezza di Pirlo, che ha nettamente sorpreso il portiere avversario grazie a una pennellata su punizione degna del miglior Del Piero da posizione molto decentrata. Ma nella ripresa i croati si sono mostrati più aggressivi e, anche approfittando del fatto che gli Azzurri di Prandelli sono arretrati troppo, hanno finito per trovare la zampata letale con il possente Mandzukic, al suo terzo centro in due gare, su lungo traversone dalla sinistra e gran dormita di Chiellini. Una vera mazzata per noi, ma di quelle che in un certo senso ci siamo andati un po’ a cercare, rinunciando ad attaccare troppo presto, forse per eccesso di fiducia nelle nostre proverbiali capacità difensive.
LE SCONTATE DICHIARAZIONI DEI NOSTRI – “Ci siamo, la squadra è viva e lotteremo fino alla fine… - ha detto Cesare Prandelli, volando basso secondo sua (sana) abitudine -. Abbiamo avuto buone opportunità nel primo tempo (non ci pare proprio – ndc) e potevamo fare anche meglio. Ma ci mancano ancora cattiveria ed energia”. E vi pare poco? ‘‘Purtroppo siamo arretrati troppo e sembrava avessimo paura. Alla fine loro hanno sfruttato l’unica palla goal che hanno avuto": così, ai microfoni di RaiSport, il vicepresidente della Figc Demetrio Albertini ha commentato il pari. ‘‘C’è delusione per aver perso l’occasione di ipotecare la qualificazione, ma non c’è scoramento – aggiunge – I ragazzi sono concentrati su quello che dovranno fare tra quattro giorni. Sappiamo che (quella contro l’Irlanda di una vecchia volpe quale il mitico Trapattoni - ndc) è una partita alla nostra portata”. E ci mancherebbe altro... ‘‘Potevamo chiuderla con un altro gol nel 1° tempo (sì, ma come? – ndc): peccato, perché era una partita da vincere. Ma non ci abbattiamo, abbiamo a disposizione un’altra gara e proviamo ad andare avanti”. Parole di circostanza quelle di Andrea Pirlo, protagonista di un’altra prestazione favolosa. D’accordo con lui il portierone Gigi Buffon, una garanzia: “Nel 1° tempo si poteva finalizzare di più. E’ anche vero che non giochi da solo, ma contro avversari che hanno qualità. Dispiace anche perché la fase difensiva è stata ottima”. Buffon non teme il classico, odioso "biscotto" a danno dell’Italia, cioè un pareggio di comodo con molti goal da parte di Spagna e Croazia nell’ultima gara del girone all’Europeo (in realtà è esattamente questa, la situazione che si va delineando – ndc): ‘‘Nella Spagna, che è la favorita e la più forte, ci sono giocatori con un pedigree che non permette l’etichetta di antisportività: farebbero ridere l’Europa”. Fin qui ci siamo: il danno d’immagine sarebbe indiscutibile. Il punto è un altro: un pareggio con goal tacitamente concordato non solo aprirebbe le porte del secondo turno a spagnoli e croati, ma farebbe fuori un pericoloso outsider per la vittoria finale: l’Italia. Siamo onesti: come ci comporteremmo noi al loro posto, nella medesima situazione?
ALLA RICERCA DELLA MIGLIORE FORMAZIONE – Mettendo da parte questi inquietanti interrogativi, è giusto tornare a questioni meramente tecnico-tattiche, che sono poi quelle che ci interessano di più. ‘‘Non sono arrabbiato per l’attacco che non segna: ma amareggiato sì (e cosa cambia? - ndc) ha commentato il CT. Quando giochi così, devi solo chiudere la partita. In ogni caso siamo convinti di poter passare il turno. Non credo che manchi la personalità. Ma se faccio un’analisi, vedo che dopo un’ora abbiamo un calo fisico. Dobbiamo di sicuro valutare nella prossima partita come gestire le energie”. Queste ultime parole lasciano presagire avvicendamenti tra i titolari che appaiono opportuni. “Da anni leggo articoli che auspicano la maturazione di Sua Indolenza Balotelli e la annunciano come imminente, sicura o altamente probabile – ha scritto pochi giorni fa Massimo Gramellini -. Ogni volta che segna uno dei suoi rari ma bellissimi gol c’è qualcuno che dice: ci siamo. Ogni volta che sfascia l’auto in un fosso o si addormenta davanti al portiere c’è qualcuno, magari lo stesso, che si contraddice: non ci siamo, ma ci saremo. Pochi hanno il coraggio di ammettere che Balotelli resterà sempre quello che è: un talento senza carattere, un eterno immaturo, una magnifica occasione perduta”. Francamente non sappiamo dirvi se SuperMario si farà, ma diamogli il tempo di maturare, per ora in maglia azzurra non ha convinto. Sbaglia ancora troppi palloni, non corre quanto dovrebbe, insomma c’è di meglio: ad esempio un elemento esperto come Di Natale o esplosivo come la “Formica atomica” Giovinco, uno che ha i numeri del Superenalotto nei piedi, ma anche la testa giusta per… non montarsela, a differenza di altri. L’attacco, per parlare chiaro, ha fatto flop. La celebrata coppia Cassano & Balotelli, in due partite non ha ancora realizzato una rete e non è certo un dato da sottovalutare. Il talento di Bari vecchia è sembrato parecchio arrugginito, provenendo da una stagione complicatissima a causa dei noti problemi cardiaci che ha dovuto risolvere. Ma a questi livelli il prezzo che si paga a una lunga inattività è molto elevato. A questo punto viene da chiedersi perché si è portato Borini, se tanto non troverà spazio, dato che ha troppa gente davanti. Non era meglio portare un elemento duttile e di sostanza quale Schelotto, che avrebbe potuto trovare spazio a centrocampo? Ma c’è dell’altro, è già ora di dare occasioni a gente come Nocerino, protagonista di un ottimo campionato al Milan, Montolivo (tra i pochi in grado di tirare da lontano, dunque una variante importante) e lo stesso Balzaretti che francamente non ci sembra inferiore a Giaccherini: tanta corsa e nulla più. Prandelli è tecnico intelligente e – ne siamo certi – saprà cambiare i corsa. Basterà? Lo sapremo dopo Spagna – Croazia, sperando di non vedere un triste film già visto, perché sappiamo tutti che, sono parole di Gigi Buffon, “due feriti sono sempre meglio di un morto”. Il rischio, giunti a questo punto, è che il morto sia proprio l'Italia...
 

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